Parola d’ordine: aggiustare. È questo il motto che muove il gruppo dei restarter, i volontari che insegnano a riparare oggetti elettronici rotti così da non doverli gettare nella spazzatura.
Il tutto nasce da The Restart Project, un’organizzazione no-profit londinese, che da anni organizza attività di riparazione in pub, gallerie d’arte, biblioteche e spazi pubblici, diffondendo l’entusiasmo per l’approccio collaborativo e comunitario alla riparazione, sia nel Regno Unito sia a livello internazionale.
Gli incontri, i Restart Party, sono eventi itineranti di tre ore organizzati in spazi comunitari della città, in cui coloro che hanno un minimo di competenze tecniche aiutano i londinesi a riparare e a fare manutenzione dei prodotti di elettronica di consumo.
Il progetto si è diffuso anche in Italia, dove si contano già cinque i gruppi attivi a Milano, Torino, Firenze, Aosta e Langhe-Roero, in provincia di Cuneo. Si danno appuntamento via Facebook e chi porta dispositivi rotti partecipa attivamente alla riparazione e se si scopre che servono pezzi di ricambio i restarter aiutano a trovarli.
“Sono molto entusiasta delle potenzialità di costruire una comunità globale di riparatori attraverso i Restart Party, per diffondere un uso più sostenibile dei gadget elettronici” dice Tony Roberts, uno degli amministratori di The Restart Project. “The Restart Project è una risposta convincente a una serie di questioni collegate tra loro: l’ambiente, un utilizzo meno dispendioso ed energivoro delle risorse e un crescente desiderio di resistere a un consumismo sfrenato.”
L’idea di una rete globale per promuovere la riparazione di prodotti elettronici, che sostenga lo sviluppo futuro della loro organizzazione non sembra così lontana.
Anna Simone